E’
con piacere che vi presento Leonardo Lion, cantautore e insegnante di
musica, che circa un mese fa, precisante il 26 maggio, pubblica il
suo primo album, disponibile anche online e intitolato “ANEMONE”,
anticipato dal singolo in promozione “Ho bisogno di te”;
l’abbiamo intervistato per rivolgere direttamente a lui qualche
domanda…
Benvenuto
Leonardo, allora sembra che la musica ti appassioni, non soltanto dal
punto di vista tecnico e teorico, ma anche pratico, non a caso avevi
soltanto 12 anni quando inizi a comporre le prime canzoni e ad
esibirti sui primi palchi….che cosa più di tutto desta il tuo
fascino nei confronti della musica…?
Vengo
da una famiglia di musicisti, anche se sono l’unico a farlo di
professione e quindi sicuramente la musica è parte del mio dna e
l’aver avuto in casa una chitarra sempre li sul divano della sala,
certamente ha contribuito a far crescere la mia passione. Poi, stare
su un palco e scambiare emozioni con il pubblico, è una cosa che mi
ha sempre affascinato molto.
Nonostante
infatti il tuo lavoro di insegnante, quale anche esperto di musica,
hai sentito l’esigenza non solo di comunicare attraverso la musica,
ma anche di contribuire ad arricchirla per mezzo dei tuoi testi e
delle tue composizioni….da che cosa è scaturita questa esigenza..?
Quale mondo si cela dietro il palcoscenico di Leonardo Lion…?
In
generale non sono un tipo a cui piace parlare molto, o meglio è
difficile trovare qualcuno con cui mi trovi bene a farlo, quindi per
la maggior parte del tempo, la mia mente è sempre a lavoro, ma per
comunicare con se stessa. Questo porta ad accumulare un sacco di
informazioni e soprattutto a rendere le cose vissute, più forti. Da
qui nasce l’esigenza di esternarle tramite i testi delle canzoni,
per evitare che il cervello mi vada in fiamme.
Hai
descritto “ANEMONE” come un album variegato, dove vige una certa
versatilità musicale, in cui generi tra loro diversi rispecchiano
una “personalità fatta di estremi e zero mezze misure”,
quanto la musica a che fare con il rischio e con il mettersi in gioco
sfruttando ogni occasione?
Nella
vita penso che il rischio sia indispensabile se si vuole fare
qualcosa di unico, certamente sempre usando il cervello. Il mio modo
di essere, porta spesso le persone a non capire mai bene come sono
fatto effettivamente, perché riesco ad essere tanto freddo, quanto
sensibile, tanto calmo, quanto energico, ma purtroppo senza mai
trovare la via di mezzo. Questo poi naturalmente si riversa anche sul
mio modo di vivere la musica. Ho suonato tanti generi musicali
diversi ed ascolto tanti generi diversi. Solitamente faccio playlist
del tipo: primo brano di Adriano Celentano, secondo brano dei Bee
Gees, terzo dei Metallica. Cose folli …
L’album
presenta un’impronta
principalmente Rock, ma con testi pop cantautoriali e con sonorità
che facilmente passano da suoni morbidi a suoni più duri, derivanti
dall’Hard Rock…quanto la musica riesce ad esprimere secondo te, e
dare maggiore valore al testo…? Quanto inoltre ritieni che questo
obbiettivo venga attualmente perseguito dai cantautori?
Amo
tantissimo i Cantautori Italiani, anche se a livello musicale ho
sempre apprezzato di più la musica Inglese e Americana. Recitare un
testo su una melodia di note, credo rafforzi l’espressione delle
parole in modo davvero intenso, perché oltre all’emozione che esso
trasmette, viene sovrapposta anche la dinamica musicale che, se fatta
bene, è come se ti creasse il miglior percorso per arrivare a
destinazione. Nella musica di oggi, ormai questo si sta perdendo
molto. Non ci sono più connessioni tra testo e musica, ma
semplicemente basi tutte uguali con testi diversi. Direi che il vero
problema è che si è persa la sensibilità di ascolto, o forse,
azzarderei a dire che si è persa proprio la sensibilità della
persona. I media ci stanno portando verso un mondo troppo
superficiale e privo di sfumature.
Scorrendo
la tracklist si evince quanto infatti la forma rock, delinea anche
l’approccio stilistico della scrittura…quanto il rock riesce ad
esser un genere ancora attuale oggi, soprattutto come stile di vita?
Rock,
è una parola che oggi ormai viene usata soltanto per pubblicità,
non ha più significato. Sentirsi Rock però è diverso, chi davvero
ha l’esigenza di evadere, di credere in qualcosa, di lottare per
ottenere i propri obiettivi, beh… è Rock per forza. I giovani di
oggi, hanno ancora bisogno di questo. Lo si vede dalle loro
espressioni, lo si vede dai loro gesti folli. Questa è la speranza
che mi resta per credere che il Rock non morirà ora, né mai. Noi
musicisti/strumentisti intanto cerchiamo di fare la nostra parte, non
cedendo a ciò che è più comodo, m
a
andando verso ciò che più sentiamo.
Il
singolo estratto si intitola “Ho bisogno di te”…come mai questa
scelta? Quale legame ha con il titolo dell’album?
“Ho
bisogno di te” è il brano che rappresenta meglio il disco, perché
è molto commerciale, ma ha anche un bella impronta Rock. Dopo questa
traccia, si riesce ad ascoltare benissimo brani come “Cuore
Infranto”, “Griderai il mio nome”, ma anche brani tipo
“Anemone” o “A qualunque costo”. Poi il testo può essere
indirizzato non solo ad una persona, ma anche ad una cosa. Ho bisogno
di te, nasce dall’esigenza di avere il bisogno di qualcosa che
manca, qualsiasi essa sia.
Per
concludere…Progetti futuri…hai ancora un sogno nel
cassetto…potremmo vederti live?
Non
ho più vent’anni, e i sogni nel cassetto iniziano a diminuire. Ora
esiste solo la voglia di fare ciò che mi fa stare bene e di farlo
con persone con cui mi trovo bene non solo a livello musicale,
ma anche personale. Da qui la collaborazione con il resto della band:
Stefano, Alex, Alberto e Frenky. Per ora ci siamo dedicati solo alla
parte in studio e alla promozione, facendo qualche concorso in giro.
Non appena troveremo l’occasione e il momento giusto per inserirci
in qualche live, lo faremo volentieri. Nel frattempo continuate a
seguirci su tutti i social, così sarete sempre aggiornati…. News,
ce ne sono sempre!
Sonia
Bellin
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