lunedì 17 giugno 2019

INTERVISTA A STEFANIA P. NOSNAN: “LA BICICLETTA NERA”

Abbiamo l’onore e il piacere di intervistare Stefania P. Nosnan, la quale ha trovato nella scrittura, un modo di esprimere se stessa e di riversare parte delle sue passioni, prime fra tutte la storia, argomento del suo ultimo libro in concorso al premio Campiello e al premio Stresa…

Benvenuta cara Stefania…
spieghiamo innanzitutto ai lettori, sia quelli che magari hanno già avuto il piacere di leggere un tuo libro, sia a quelli che ancora non ti conoscono, che cosa ti ha portato un giorno a dire: “ora voglio scrivere!”

Buongiorno, grazie a voi per questo spazio e naturalmente un saluto ai lettori. Cosa mi ha portato a dire: “ora voglio scrivere”? Rispondo dicendo che trovo la scrittura catartica, offre la possibilità di spaziare e realizzare quei sogni che nella vita reale rimangono irraggiungibili, perché la scrittura è fantasia, ma anche pazzia. Ho iniziato scrivendo poesie, poi è mi è capitata per le mani questa storia e non ho saputo resistere, dovevo farla conoscere.

”LA BICICLETTA NERA” è un romanzo ambientato durante la Seconda guerra mondiale, che i personaggi vivono sulla loro pelle, non solo come civili, ma come partecipanti attivi… protagonisti sono due ragazzi che il destino fa incontrare, per poi dividere… quanto è difficile legare una storia d’amore, con i relativi sentimenti, in un momento storico come quello della guerra?
Non molto, per il semplice fatto che l’amore governa la nostra vita, allora come adesso. Abbiamo bisogno di essere amati, ma anche di amare; è il nostro combustibile. Forse in quel momento storico il sentimento è più vero e genuino, perché si è realmente consapevoli che la vita può finire da un momento all’altro. Quello che hanno sperimentato Emma e Umberto è un legame che tocca il cuore.

Il fulcro del racconto è il cambio di alleanze dell’8 luglio del 1943, una data che ha delle evidenti conseguenze non soltanto per la guerra stessa, ma per i paesi coinvolti, l’Italia in particolare, la quale si ritrova spaccata in due… Processo che nel romanzo si ripercuote nella vita dei due protagonisti.
Sì è un momento tragico per l’Italia che paga un conto salato di vite umane. È doveroso ricordare che per quella scelta, molti soldati del Regio esercito furono deportati o ancora peggio uccisi. Doveroso il ricordo dell’eccidio di Cefalonia. Nel romanzo anche Umberto e i suoi commilitoni devono fare una scelta e lo faranno con consapevolezza. Essendo un romanzo tratto da una storia vera, ho mantenuto l’originalità degli eventi.

La protagonista Emma Loreti è una ragazza che ha perso la sua famiglia per colpa della guerra, per poi abbracciare le idee della Resistenza… sembra quasi che Emma voglia cercare di riscattare la sua famiglia, rendendosi partecipe di un conflitto che ora la sta dividendo dalla persona che le sta facendo ritrovare il sorriso…

Emma Loreti è una giovane donna che ha perso tutto, ma nel dolore trova l’amore che la rafforza. Sarà donna Lucia a introdurla nella Resistenza, ma lo farà in modo graduale e non forzoso, lasciando alla ragazza libertà di scelta. Nel suo intimo Emma vuole aiutare, come può, Umberto e nel suo piccolo ci riesce.

Da questa prospettiva, possiamo anche considerare Emma come un’eroina che mette se stessa al servizio non solo del suo amore, ma anche della Nazione…

È una ragazza che diventa donna. Una donna forte che riesce a gestire più problemi che incontra sul suo cammino. Possiamo considerarla un’eroina come tante donne prima di lei e qui sono costretta a citare le Portatrici Carniche, donne che hanno lasciato tutto per aiutare il Regio esercito nella Prima guerra mondiale, o le donne che andarono a lavorare in fabbrica o che hanno combattuto per la parità e per il voto. Il passato e il presente sono pieni di eroine e sfortunatamente il più delle volte sono dimenticate o relegate in piccoli ricordi, mentre hanno lasciato un’impronta importante nella Storia.

L’amore a distanza che vige nel racconto è un aspetto che ha sempre destato molto fascino nella letteratura, in questa epoca di social e facili “contatti”, risulta ancora possibile coltivare un amore a distanza?

Effettivamente siamo in un’epoca dove tutto corre sulla visibilità online, le nostalgiche lettere e cartoline sono dimenticate; però credo che l’amore a distanza esista ancora. Non voglio credere che la tecnologia abbia rovinato il sentimento, sono fiduciosa. Sicuramente chi si ama a distanza sono delle persone dal carattere forte e alla base del loro amore c’è fiducia e rispetto. Questo è l’aspetto più importante, se non vitale di un rapporto

Sonia Bellin pastedGraphic.png

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