martedì 8 settembre 2020

Intervista a K-Due

Ciao e benvenuto, raccontaci un po di te.


Grazie innanzitutto per avermi accolto, quando qualcuno mi dedica il suo tempo

gliene sono davvero grato.

Vorrei raccontarti di come è cominciato tutto:

Sin da piccolo sono sempre stato attratto dal soul, dal funk, dallʼ R&B, e quando

in Italia si sono sentiti i primi artisti Hip Hop, mi è venuto naturale cominciare a

scrivere le prime rime.

Ricordo che me ne stavo incollato alla tv ad aspettare che MTv passasse

“Aspettando il sole” di Neffa. Da li  in poi con degli amici formammo una

numerosa crew, creammo un vero e proprio movimento hip hop, il primo della

mia città

Con il passare del tempo ho sempre avuto lʼesigenza di continuare a scrivere ed

eccoci qui.


Comʼè venuto fuori il nome K-DUE?


Oltre a cantare ero un writer e K-DUE è proprio lʼacronimo della mia tag, che

non ti svelo altrimenti qualcuno della mia città potrebbe venire a cercarmi haha.


Quale messaggio vuoi lanciare con la tua musica?


Di lottare fino in fondo, perché abbandonare tutto e piangersi addosso è la

strada più semplice.


Descriviti con un aggettivo


Libero.


Quanto è difficile oggi per un giovane emergere nel campo musicale?


Emergere è difficile è risaputo, però sono convinto che se credi in te, e fai le

cose con passione, senza forzarle troppo, nella musica ma come in

qualsiasi altra cosa nella vita, prima o poi ce la fai.


Sogno nel cassetto?


Essere felice, semplicemente.


La Musica è...


Terapia, per chi la fa e per chi la ascolta.



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